Temperature più calde aumentano il rischio di desertificazione nelle zone meridionali dell’Europa e causano un maggiore rischio di siccità. Le temperature estreme influenzeranno quindi settori come l’agricoltura, il turismo e la produzione di energia. Le città potrebbero dover affrontare nuove sfide per l’approvvigionamento di acqua e di altre risorse primarie.
La valutazione degli effetti fisici ed economici di specifici scenari di cambiamento climatico, sia a livello europeo che internazionale, si basa sull’integrazione delle discipline scientifiche pertinenti, tra cui la simulazione del cambiamento climatico, i modelli di impatto biofisico e i modelli economici.
Secondo le conclusioni di uno studio condotto dall’UE “Impatti del cambiamento climatico“, se non si interviene ulteriormente e la temperatura globale aumenta di 3,5°C, i danni climatici nell’UE potrebbero ammontare ad almeno 190 miliardi di euro, una perdita netta di benessere pari all’1,8% del suo attuale PIL. Diversi fattori estremi legati al clima potrebbero all’incirca raddoppiare la loro frequenza media.
Di conseguenza, i decessi dovuti al surriscaldamento potrebbero raggiungere circa 200.000 persone, il costo dei danni causati dalle inondazioni dei fiumi potrebbe superare i 10 miliardi di euro e 8.000 km2 di foresta potrebbero bruciare nell’Europa meridionale. Il numero di persone colpite dalla siccità potrebbe aumentare di un coefficiente pari a sette e i danni alle coste, dovuti all’innalzamento del livello del mare, potrebbero più che triplicare. Queste valutazioni economiche si basano su scenari in cui il clima previsto per la fine del secolo (2080) si verifica nell’attuale situazione demografica ed economica.